PRESENTAZIONE

Vanuatu è un arcipelago di circa 40 isole situate nel Pacifico sud-occidentale, tra la Nuova Caledonia a Sud-Ovest, le Isole Figi a Est e le Isole Salomone a Nord-Ovest. La superficie è di 12.190 kmq con 318.007 (2024) abitanti e una densità di 17 abitanti per kmq. LA popolazione è costituita prevalentemente da genti di ceppo melanesiano (Ni-Vanuatu: 97,9%) oltre a minoranze cinesi, vietnamite e tahitiane. Gli indigeni parlano il bislama, una lingua melanesiana, che, insieme all'inglese e al francese, costituisce una delle tre lingue ufficiali dell'arcipelago. Le religioni professate sono in maggioranza quelle cristiane, suddivise nella confessione presbiteriana (35,8%), cattolica (14,5%) e anglicana (14%). In base alla Costituzione del 1980, Vanuatu è una Repubblica indipendente. Il Parlamento (46 membri eletti a suffragio universale per quattro anni), che detiene il potere legislativo, unitamente ai presidenti dei consigli regionali, elegge ogni cinque anni il presidente della Repubblica. Il potere esecutivo è esercitato dal Consiglio dei ministri, presieduto dal primo ministro nominato dal Parlamento. L'unità monetaria è il vatu. La capitale è Port Vila (33.700 ab.), posta sull'Isola di Efate.

UNO SGUARDO D'INSIEME

Le isole di Vanuatu sono prevalentemente montuose, con formazioni coralline, e di origine vulcanica, con alcuni crateri ancora attivi che provocano catastrofiche eruzioni. La vetta più alta è il Monte Tabwemasana (1.879 m) che si eleva sull'Isola di Santo Spirito, la più estesa del Paese; le altre degne di menzione sono l'Isola Efate, Malekula, Tanna, Pentecoste, Aoba, Maewo, Erromanga e Ambrym. Le coste sono basse e a volte contornate da barriere coralline. Il Paese è caratterizzato da un clima equatoriale con temperature medie sui 26 °C e una umidità molto elevata. Le precipitazioni sono più abbondanti nelle isole settentrionali. Benché il territorio sia prevalentemente montuoso e coperto di foreste, l'agricoltura è assai importante e impiega la maggior parte della manodopera nazionale. Il Paese è infatti grande produttore di noce di cocco e di copra; sono coltivati anche taro, cacao, caffè, arachidi, banane, l'albero del pane e ortaggi. La pesca rappresenta una risorsa essenziale; gran parte del prodotto ittico viene esportato. Il sottosuolo offre un giacimento di manganese sull'Isola di Efate, a Forari, mentre il settore industriale si concentra nella trasformazione dei prodotti agricoli. Il turismo è piuttosto sviluppato, ciononostante la bilancia commerciale risulta deficitaria ogni anno, e il Paese deve ricorrere ad aiuti internazionali. Gli aeroporti internazionali sono situati presso Port Vila e sull'Isola Santo Spirito.

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CENNI STORICI

Abitate dal 5000 a.C. da genti melanesiane, le isole vennero visitate per la prima volta da un navigatore europeo, il portoghese Pedro de Queirós, nel 1606. Nel 1768 il francese L.A. de Bougainville ne iniziò l'esplorazione, proseguita nel 1774 dal britannico J. Cook che battezzò l'attuale gruppo insulare di Vanuatu con il nome di Nuove Ebridi. Nel 1887 Francesi e Britannici istituirono un'amministrazione navale congiunta su quei territori che dal 1906 vennero ufficialmente governati da un'autorità franco-britannica, la cui giurisdizione si limitava però alla sovranità sui concittadini francesi o britannici. Nel corso del secondo confitto mondiale, gli Stati Uniti stabilirono una base navale e aerea sull'Isola Santo Spirito. Il 30 luglio 1980 le Nuove Ebridi ottennero l'indipendenza nell'ambito del Commonwealth con il nome di Vanuatu. Nel corso degli anni Novanta, a differenza di altri Paesi della regione sud-pacifica, le relazioni tra Francia e Vanuatu migliorarono, tanto che lo Stato insulare fu uno dei pochi a non sottoscrivere le risoluzioni di protesta contro i test nucleari francesi nel Pacifico. Nel 1996 l'arcipelago conobbe una crisi politica, conseguente al rapimento del presidente J.M. Leyé da parte di un'unità paramilitare, la Vanuatu Mobile Force (VMF), presto risoltasi con la cattura di 138 ufficiali della VMF stessa. Nel novembre 1997 Leyé sciolse il Parlamento e annunciò nuove elezioni da tenersi nei primi mesi del 1998. Dal 1995 il Paese attraversava infatti continui mutamenti di Governo, determinati dal coinvolgimento dei suoi maggiori rappresentanti in casi di corruzione e di cattiva amministrazione. Nelle elezioni del marzo 1998 si impose il Vanua'aku Pati (VP) di D. Kalpokas, che venne designato primo ministro. Nel marzo 1999 J.B. Bani divenne il nuovo presidente di Vanuatu e nel novembre 1999 l'Assemblea Nazionale elesse B. Sope, esponente del Melanesian Progressive Party (MPP), quale nuovo primo ministro, in sostituzione di Kalpokas. Il Governo di Sope, tuttavia, ebbe vita breve, dal momento che la coalizione che gli aveva permesso di diventare primo ministro, nell'aprile 2000 gli tolse l'incarico. Primo ministro divenne dunque Edward Natapei del VP. Nel 1999 l'arcipelago venne scosso da un terremoto e da un tifone che provocarono decine di morti e migliaia di senzatetto.

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Cartina di Vanuatu

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